Il Dio-Eros e Logos

La Dea è Colei che racchiude, è il Terreno dell’Esistenza; il Dio è ciò che nasce da Lei, la sua immagine allo specchio, il suo polo opposto.Lei è la Terra; lui il grano.
Lei simboleggia il cielo che tutto tinge; lui il sole, il suo nucleo infuocato.
Lei è la Ruota; Lui il Viaggiatore che la percorre.
Una caratteristica peculiare del Dio è sacrificare la sua vita perchè il ciclo possa continuare.
Lei è la Madre e la Distruttrice; Lui rappresenta tutto quello che nasce e viene distrutto.
Per gli uomini, il Dio incarna un’immagine di potere interiore e potenza che non è semplicemente sessuale, ma molto di più.
Lui è il Sè indiviso, nel quale la mente non è separata dal corpo, nè lo spirito dalla carne; quando questi due aspetti sono uniti, allora possono funzionare all’apice del loro potere creativo ed emotivo.
Nella nostra cultura, agli uomini viene insegnato che la mascolinità richiede una mancanza di emotività.
Sono condizionati ad agire in modo marziale, a ignorare le emozioni e i messaggi del corpo, a negare i disagi fisici, il dolore e la paura, allo scopo di combattere e sopraffare gli altri in modo efficace.
Le nostre religioni riflettono una visione del cosmo nel quale un Dio Padre esorta i propri figli a obbedire alle regole e a fare quanto viene ordinato.
La nostra psicologia studia la guerra tra padri e figli, eternamente in competizione per il possesso esclusivo  della madre, che, come tutte le donne in un patriarcato, è il premio finale per il successo.
Eppure il Dio nasce da una Madre Vergine.
È un modello di potere maschile libero dalla rivalità tra padri e figli o da complessi di Edipo, in quanto non ha padre, essendo lui padre di se stesso.
Mentre cresce e passa attraverso i vari stadi della Ruota dell’Anno, resta sempre connesso alla prima forza che lo ha alimentato.
Il suo potere proviene diirettamente dalla Dea: Egli è parte integrante di Lei.
Il Dio incarna il potere delle emozioni.
Lui è indomito, ma le emozioni selvagge sono molto diverse dalla violenza.
Il Dio rappresenta la forza della vita, il ciclo vitale; rimane nell’orbita della Dea, il suo potere viene sempre diretto a servizio della vita.
Il Dio delle Streghe è il Dio dell’amore.
Questo amore include la sessualità, che è sia selvaggia e indomita, che dolce e tenera.
La sua sessualità viene pienamente percepita, in un contesto nel quale il desiderio sessuale è considerato sacro, non solo perchè tramite essa la vita viene procreata, ma anche perchè è proprio grazie  a lei che le nostre vite si realizzano in modo più profondo ed estatico.
Nella Stregoneria il sesso è un sacramento, un segno esteriore della grazia divina interiore.
Questa è la profonda connessione e il più totale riconoscimento della completezza interiore di un’altra persona.
Nella sua essenza, non è limitata all’atto fisico, ma è molto di più: è un interscambio di energia, di nutrimento sottile, tra due persone; ed è proprio attraverso questo legame con un’altra persona, che ci colleghiamo con il tutto.

Nella Stregoneria il corpo maschile, come quello femminile, è sacro e non dev’essere violato.
Usare il corpo come arma equivale a profanarlo, e questo accade anche quando il corpo femminile viene usato come un oggetto o come mezzo per dimostrare la virilità maschile.
Sotto il dominio del patriarcato gli uomini vengono incoraggiati ad aspettarsi molte cure e attenzioni dalle donne, tuttavia viene anche insegnato loro a non ammettere di essere a volte passivi, deboli e di appoggiarsi a qualcun altro.
Il Dio, incarna il desiderio e l’aspirazione a ricongiungersi con la forza primordiale che alimenta tutte le forme di vita.
Nella Stregoneria, gli uomini, invece di ricercare donne che gli faranno da madri in eterno, vengono incoraggiat a identificarsi con il Dio, e, per mezzo di lui, a raggiungere l’unione con la Dea, il cui amore materno non conosce limiti.
La Dea è una forza sia esterna che interna: quando la sua immagine viene assimilata nel cuore e nella mente di un uomo, diventa una sua parte integrante, permettendogli così di connettersi con quelle qualità che lo sostengono e con la Musa interiore che è la fonte inesauribile dell’ispirazione.

Il Dio è Eros e Logos

Il Dio è Eros, ma pure Logos, il potere della mente.
Nella Stregoneria, i due aspetti non sono in contrapposizione: il desiderio carnale dell’unione e quello emotivo del legame possono essere trasformati nel desiderio intellettuale della conoscenza, che rappresenta anch’essa una forma di unione.
La conoscenza può essere sia analitica che sintetica; può sia dividere  le cose e analizzarne le differenze, che individuare una struttura comune a due cose diverse e scoprirne l’intero disegno.
Per le donne che sono cresciute nella nostra cultura, il Dio si presenta come un simbolo di tutte quelle qualità che sono state attribuite agli uomini, e che noi non siamo mai state incoraggiate a sviluppare.
Il Dio, come la Dea, si trova sia all’esterno che all’interno di noi.
Attraverso la meditazione e il rituale, una donna che invoca il Dio crea interiormente la raffigurazione che ha di Lui, e si collega così con quelle qualità  che le mancano.
Quando la sua comprensione supera le limitazioni imposte dalla cultura, la sua immagine del Dio cambia a sua volta, approfondendosi sempre di più.
Lui rappresenta la Creazione, che non è semplicemente un replicare se stessi, bensì creare qualcosa di diverso, un ordine nuovo.

La vera creazione comporta la separazione; la nascita stessa  è un atto che implica una divisione, un abbandono.
Una donna, attraverso il Dio, riconosce questo stesso potere dentro di sè; il Suo amore e il suo desiderio si estendono fino ad attraversare l’abisso delle separazioni, e tesi come la corda di un’arpa, sussurrano una nota che diventa il canto unico, l’universo, il tutto.
La vibrazione emessa dalla nota è energia, la vera fonte del potere interiore; è in questo modo che il Dio, come la Dea, conferisce potere alle donne.

Il Dio nella Ruota dell’Anno
Sia per gli uomini che per le donne, il Dio è anche il Dio Morente, e come tale , rappresenta quell’atto di consegnare sè stessi che sorregge la vita: poichè la morte è al servizio della forza della vita.
La vita è caratterizzata da molte perdite, e a meno che non si viva integralmente il dolore che ognuna di esse provoca, fino a superarlo, la pena rimane seppellita profondamente nella psiche, dove, come una ferita aperta che non guarisce mai completamente, trasuda veleno emotivo.
Nella Stregoneria, la morte viene sempre seguita dalla rinascita, la perdita da una restituzione.
Dopo la luna nuova, appare la luna crescente; la primavera segue all’inverno e il giorno alla notte.
Il continuo rappresentare la morte del Dio ci prepara ad affrontare la trasformazione, a vivere nel modo giusto l’ultimo stadio della vita.
Il Dio diventa Colui che dà conforto, il Consolatore dei Cuori,  che ci aiuta a comprendere la morte con il suo esempio. Lui rappresenta il calore, la tenerezza e la compassione,  le qualità complementari dell’aggressività maschile.
Il Dio Morente indossa le corna e diventa il Cacciatore, che distribuisce la morte, oltre a subirla.
Ci risulta difficile comprendere il concetto del Cacciatore Divino.
Oggi l’unica cosa a cui diamo regolarmente la caccia sono i posti per parcheggiare la macchina.
Ma il Cacciatore ha un altro aspetto: quello del ricercatore, di colui che va alla ricerca.
Lui rappresenta tutte le ricerche, quelle fisiche, spirituali, artistiche, scientifiche o sociali.
La sua immagine è ”poemagogica”: simboleggia e scatena allo stesso tempo il processo creativo, che è di per sè una Ricerca.
Il Dio cerca la Dea, come Re Artù cerca il Graal, e ognuno di noi cerca ciò che ha perduto e tutto ciò che ancora non ha trovato.
Il Dio unisce tutti gli opposti, come la Dea.
Lui è sia il sole splendente, la forza energizzante che dona la vita, che l’oscurità della notte e della morte.
In quanto Signore dei Venti, il Dio viene identificatocon gli elementi e con il mondo naturale.
Come Signore della Danza, simboleggia la danza a spirale della vita, le energie turbinanti che fanno sì che l’esistenza sia in continuo moto. Egli incarna il movimento e il cambiamento.
Il Figlio del Sole nasce al Solstizio d’Inverno, quando, dopo il trionfo dell’oscurità sulla notte più lunga dell’anno, il sole sorge di nuovo.
Al Solstizio d’Inverno, Lui nasce come l’incarnazione dell’innocenza e della gioia, del piacere quasi infantile nel conoscere tutte le cose; è il trionfo della luce che ritorna a splendere sulla terra.
Nel giorno di Brigid, chiamato anche Candelora( 2 Febbraio), si celebra la sua crescita, quando il giorno si fa visibilmente più lungo.
All’Equinozio di Primavera, Lui è il giovane verde e florido che dannza con la Dea nel suo aspetto di Vergine.
A Beltane( 1 Maggio), si celebra il loro matrimonio con falò e pali di Maggio, e al Solstizio d’Estate si consuma la loro unione, così completa da divenire una morte.
In questa occasione porta una corona di rose, per rappresentare il culmine della fioritura unito alle spine pungenti, e viene chiamato il Re incoronato dell’Estate, anziché il Dio nato in Inverno.
Si piange la sua morte a Lughnasa o Lammas(1 Agosto), e all’Equinozio d’Autunno il Dio dorme nel grembo della Dea, navigando il mare senza sole del suo grembo.
A Sahmain(Halloween 31 Ottobre), giunge nella Terra della Giovinezza, quella Terra Splendente dove le anime dei morti tornano di nuovo giovani e aspettano di rinascere.
Lui apre i cancelli attraverso i quali le anime possono ritornare per far visita ai loro cari su questa terra; Lui governa il mondo dei Sogni, mentre anch’egli ritorna giovane, finché al solstizio d’Inverno, rinasce.
Questo è il mito: l’esposizione poetica di un processo che è sia stagionale, che celeste, che psicologico.
Mettendo in scena il mito nell’ambito di un rituale, noi rappresentiamo le nostre trasformazioni, la costante nascita, crescita, apice e fine delle nostre idee, progetti, lavori e relazioni.
( Starhawk)

Le donne e il Dio
Il rapporto fra le donne e il Dio ha cominciato a prendere forma da poco. È stato naturale per le donne essere devote ai misteri della Dea, perché lei ha giocato una parte così importante nella loro liberazione e affermazione.
La resistenza a lavorare con l’energia del Dio maschile è dovuta in parte al modello patriarcale dominante con cui sono state cresciute. Non solo questi antichi modelli di divinità maschili sminuiscono la spiritualità delle donne, ma le escludono da ogni forma di potere.
Il Divino maschile è molto di più di queste idee incomplete e antiquate.
Infatti il Dio è una forza fondamentale di trasformazione e affermazione per le donne.
Così come la Dea rappresenta aspetti degli uomini che sono stati negati, così il Dio rappresenta aspetti delle donne che sono stati negati, soppressi e trascurati.
Il Dio può essere una forza di genio creativo, di potere personale, di coraggio e determinazione. Esistono numerose tradizioni sia spirituali, come il taoismo, sia psicologiche, come la corrente di pensiero junghiana, che riconoscono all’interno degli uomini un aspetto femminile e un aspetto maschile all’interno delle donne.
Una delle più grandi avventure spirituali è quella di smettere di cercare il Dio negli altri, soprattutto negli uomini, e di coltivare i suoi doni dentro se stessi.
Il Dio che dimora dentro le donne è il cavaliere dalla scintillante armatura che abbiamo sempre cercato e atteso.
E quando lo scopriamo attingiamo a una fonte inesauribile di energia creativa e autostima.
Possiamo invocare non solo il potere attivo della Dea ma anche quello del Dio, cosa particolarmente utile in una cultura dominata dagli uomini.
Il Dio offre anche molti altri doni, e quando vi renderete conto di ciò di cui avete bisogno sarete in grado di creare magnifici rituali che vi connetteranno a lui e alle sue qualità.
Forse una delle sue più grandi benedizioni è ”il fuoco del ventre” perchè se la Dea è il ventre, il Dio è il fuoco che arde al suo interno.
Il ”fuoco nel ventre” è il potere di creare, analizzare e affermare.
È il potere che rompe le barriere e impone una nuova visione della vita. È anche il potere senza freni del desiderio e della sessualità disinibita. (È interessante notare che  è l’ormone ”maschile”, il testosterone, a dare alle donne l’eccitazione.)
Il Dio è il carburante del fuoco che brucia dentro di voi.
Il Dio rende alle donne la facoltà di fare tutte le cose che, ci è stato insegnato, le brave ragazze non fanno, e tutte le cose che la società non vorrebbe lasciarci fare: essere intelligenti, divertendi, oltraggiose, vestirci male, essere grasse, magre, forti, atletiche, indipendenti, appassionate, visionarie, difficili, facili e, semplicemente noi stesse.
Non è meraviglioso?!?